È stato pubblicato oggi il report annuale di ILGA Europe relativo a Europa e Asia centrale e i dati sono allarmanti. Il rapporto conferma che, utilizzando la retorica anti LGBTI, si mira ad un attacco generalizzato ai diritti civili.
In diversi paesi, governi reazionari approvano leggi sempre più restrittive dei diritti e normalizzano un odio omolesbobitransfobico sempre più evidente, nascondendosi sotto il velo della sicurezza. Sotto attacco, soprattutto le persone trans, che vedono cancellati i propri diritti di assistenza sanitaria in sempre più paesi e limitata la possibilità di circolazione, date le persecuzioni feroci.
L’Italia viene citata poco, sempre in negativo. Conosciamo bene la lotta contro i diritti portata avanti dal nostro governo Meloni : la GPA definita “inumana”, gli ostacoli procedurali nel riconoscimento del genere, la difficoltà di proporre un’educazione sessuo-affettiva integrata nelle scuole…
Anche se i tribunali europei stanno sostenendo i diritti LGBTI, la libertà di espressione e il riconoscimento legale del genere e diritti sessuali, nei palazzi istituzionali la storia è diversa.
È di qualche giorno fa la notizia che la Commissione dell’Unione Europea ha deciso di archiviare la proposta di direttiva sulla parità di trattamento, in lavorazione da quasi 16 anni. Un documento volto ad ampliare le protezioni antidiscriminatorie per orientamento sessuale anche al di fuori del contesto lavorativo.
Dopo anni di attesa, dobbiamo dire addio a un’iniziativa che avrebbe finalmente assicurato la protezione nell’accesso ai servizi, alla sanità e all’istruzione. Non ci sarebbero le condizioni e i progressi futuri sono improbabili, secondo dichiarazioni ufficiali.