Meta dice addio ai programmi DEI di diversità, equità e inclusione

La decisione di Meta di dire addio ai suoi programmi dedicati a diversità, equità e inclusione (DEI) rappresenta un passo controverso in un momento in cui il dibattito sui diritti e sull’uguaglianza è più vivo che mai.

Meta ha dichiarato che questa scelta mira a favorire l’applicazione di pratiche “eque e coerenti” che riducano i pregiudizi per tutt3, indipendentemente dal background. Tuttavia, questa visione sembra ignorare il fatto che le disuguaglianze storiche e sistemiche richiedono interventi mirati, non soluzioni neutrali che rischiano di perpetuare lo status quo.

Senza programmi specifici, le minoranze potrebbero perdere strumenti fondamentali per combattere discriminazioni radicate. La neutralità rischia di trascurare i bisogni unici di gruppi che affrontano sfide specifiche, come la comunità LGBTQIA+.

La decisione di Meta segue quello che sembra essere un effetto domino da altre grandi aziende tecnologiche, come Amazon e McDonald’s, riducendo ulteriormente gli investimenti in iniziative di programmi DEI, per avvicinarsi a posizioni più conservatrici del Presidente neo-eletto Donald Trump. Inoltre, l’abbandono degli strumenti di verifica delle informazioni potrebbe alimentare la disinformazione, specialmente su temi legati alla diversità e ai diritti civili.

L’Unione Europea risponde: “In Europa vogliamo creare un ambiente digitale sicuro ed equo. Il nostro compito è quello di garantire che i diritti dei cittadini europei siano rispettati e che la nostra legislazione venga seguita. Questo garantisce condizioni di parità e un ambiente online sicuro per tutti”.

Negli ultimi anni, il settore tecnologico ha compiuto alcuni passi avanti per rendere più inclusivi gli ambienti di lavoro. L’addio di Meta ai suoi programmi DEI potrebbe compromettere tali progressi e riportare indietro di anni l’equità finora conquistata. Spesso, sono state le aziende le precursore di norme che tutelassero i diritti delle minoranze; ci auguriamo che non sia così anche in questo caso.

Il commento del Presidente del Circolo, Mario Colamarino, evidenzia una commenta: “Affermare di voler applicare ‘pratiche eque e coerenti’ senza tener conto delle differenze storiche, culturali e sociali significa ignorare che, ancora oggi, milioni di persone affrontano discriminazioni sistemiche per il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere, come abbiamo visto anche nella nostra città. La diversità non può essere appiattita; richiede interventi mirati, ascolto e sostegno concreto. In un contesto globale dove i diritti delle persone LGBTQIA sono continuamente messi in discussione, la decisione di eliminare strumenti specifici per promuovere inclusione e rappresentanza rischia di cancellare anni di progressi e di aggravare l’emarginazione.”

Continuiamo a lottare per un futuro che celebri e protegga la diversità di tutt3 e ne tuteli i diritti collettivi ed individuali.

L’inclusione è azione, non teoria!

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